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Monterosso Almo, il paesino all’interno dei Monti Iblei

Monterosso Almo è un piccolo paese nel cuore dei Monti Iblei a 700 metri sul livello del mare. Abitato da poco più di 3000 persone, fa parte di uno dei “Borghi più belli d’Italia”. La realtà in cui vivono i suoi abitanti è intima, tra tradizioni e relazioni umane intrise dell’atmosfera che si crea all’interno del centro abitato, ricco di chiese, piccoli vicoli e monumenti caratteristici.

La storia di Monterosso Almo ha radici molto antiche, che risalgono all’età del rame, come testimonia l’Ipogeo di Calaforno, il più antico della Val di Noto, e gli insediamenti di Monte Casasia risalenti al VII secolo A.C. In età normanna il paesino si chiamava Lupia, o Casal Lupino, per via della presenza dei lupi. L’attuale nome deriva invece da “Mons Almo”, originario del periodo aragonese. Nello specifico, il toponimo Mons Rubens, cioè Monte Rosso lo si riscontra dal 1338 e proviene dal Conte Rosso di Messina.

Il borgo venne completamente distrutto dal terremoto del 1693 e fu ricostruito in cima al monte, a differenza del paese vecchio che stava al di sotto. 

Un tour attraverso le meraviglie del borgo

Passeggiando per le sue stradine, nella piazza principale chiamata “U Chianu”, che in dialetto significa Il Piano, spicca in tutta la sua eleganza la Chiesa di S. Giovanni Battista, in perfetto stile Barocco Siciliano, forse uno degli esempi più belli nella Val di Noto. L’edificio presenta una facciata a forma piramidale che raggiunge i 22 metri di altezza, con all’interno una volta scenografica in grado di lasciare senza fiato, che illumina tutta la navata centrale di un bianco avorio. Il posizionamento della facciata è orientato verso est con una precisione millimetrica, così che ogni 24 giugno, il giorno della festa di San Giovanni, all’alba, il sole potesse entrare dalla finestra ed illuminare il Simulacro del Santo Patrono di Monterosso Almo. 

Il Palazzo Cocuzza e le storie di famiglia

Continuando la visita, è presente il Palazzo Cocuzza, sede del Museo Civico, che domina con imponenza la piazza, esattamente come una volta faceva l’omonima famiglia con diversi possedimenti nel territorio circostante. Per volere del Senatore Federico Cocuzza, all’inizio del secolo scorso, si diede vita a un nuovo tratto della ferrovia che collegava Siracusa alla biforcazione di Giarratana, da cui si poteva raggiungere Ragusa o Caltagirone e si poteva passare vicino a Monterosso. Della ferrovia oggi rimangono alcune gallerie e qualche stazione abbandonata e l’idea è di trasformarla in un percorso di trekking. 

Passeggiando tra piccoli vicoli e scalinate strette, ecco le Chiese!

Sicuramente a Monterosso Almo non mancano i piccoli vicoli, i cortili e le strette scalinate con antichi passaggi ad arco che conducono nel quartiere più antico del paesino, chiamato Matrice. Qui, si trova la Chiesa della Madonna Addolorata, che venne ricostruita dopo il terremoto del 1693 e che si affaccia alla particolare Piazza S. Antonio, dove sono presenti due semicerchi con sedute che sembrano abbracciarne la facciata.

Sul fronte opposto della piazza invece, si trova un’altra chiesa, la maestosa Chiesa Madre, che crollò anch’essa nel terremoto del 1693 e fu in seguito ricostruita. Presenta una facciata composta da quattro ordini, i primi tre hanno una forma regolare e squadrata, con portali d’ingresso e finestre bifore a cupola, accompagnate dai due grandi orologi posti ai lati. L’ultimo ordine è più particolare, con una forma piramidale che funge anche da campanile, in cui sono poste tre campane. All’interno, sono poste opere d’arte, molte delle quali sono datate dell’XI secolo XIII. Nella parte antistante la chiesa, si può ammirare un panorama molto suggestivo della vallata sottostante. 

Trovate qualche foto qui.

Vi è venuta voglia di visitare Monterosso Alma? Questo è un ottimo momento per programmare un viaggio!

 

Giulia Nari 

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