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carte da gioco siciliane (1)

Le carte siciliane: storia, significato e giochi della tradizione natalizia

Le carte siciliane sono l’emblema della miscellanea culturale che caratterizza la bellissima Sicilia. Ma quando è stato inventato il gioco delle carte di preciso? Rispondere a questa domanda non è semplice in quanto la sua origine si perde nella notte dei tempi. 

Probabilmente nato in Cina con l’invenzione della carta, durante il Medioevo si è diffuso in Europa, ma la produzione delle singole carte non era di certo economica. Infatti, erano realizzate artigianalmente su fogli spessi di pergamena o pezzi di cuoio e poi dipinte a mano. Quindi, solo la media e alta borghesia potevano possederle. 

Il loro appannaggio porta ad associarle inevitabilmente al vizio del gioco d’azzardo, ma riscoprendo la storia e il significato delle carte siciliane ne resterai affascinato. Inoltre attraverso le curiosità sulla simbologia, sarà più divertente usarle per i giochi di carte tipici della tradizione natalizia. 

La storia delle carte siciliane

Alla domanda qual è la storia delle carte siciliane non è affatto semplice rispondere. Considera, infatti, che la Sicilia nel corso dei secoli è stata soggetta a diversi influssi culturali importati dalle dominazioni a cui questa terra è stata soggetta. Quindi anche capire chi ha disegnato le carte siciliane così come oggi sono conosciute risulta alquanto ostico.

Secondo alcuni studi, però, è possibile collocare l’origine del gioco delle carte regionali siciliane al XIV secolo, quando gli Arabi Mamelucchi l’hanno importato in Spagna. Nel 1500 inoltrato, con l’arrivo del dominio spagnolo dei Borboni nei territori a sud dell’Italia, la cosiddetta baraja española (mazzo di carte spagnolo) trova terreno fertile per radicarsi e diffondersi.

Il mazzo di carte siciliane antico era composto da 52 carte e si contraddistingue per simboli che ancora oggi sono conservati sotto forma di disegni. Questi, appunto, sono utili per identificare le carte anche dal punto di vista numerico. Ancora oggi é possibile notare l’influsso arabo in alcune figure come quella del cavaliere. Il personaggio rappresentato in groppa ad un asino grigio e non a un cavallo, è considerato dagli studiosi come un riferimento a due tradizioni. La prima è quella cristiana, con specifico riferimento all’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme sul dorso di una cavalcatura simile. 

La seconda, invece, fa riferimento a quella araba, quando gli sceicchi vittoriosi facevano il loro ingresso nelle città conquistate. Questa inoltre è ancora fortemente evidente oggi, in quanto nel dialetto siciliano, la carta corrispondente è chiamata Sceccu o Sciccareddu con inconfondibile rimando alla parola sceicco.

Caratteristiche e simbologia delle carte da gioco siciliane

Oggi, il mazzo di carte siciliane è composto da 40 pezzi con i semi di derivazione spagnola. L’influenza è evidente soprattutto nella ricca decorazione e nei colori accessi utilizzati in particolare per la rappresentazione delle figure. Queste comprendono l’uomo a cavallo (lo Sceccu), come già anticipato, di sicura derivazione araba, il re e il fante (o donna). Queste ultime che indicano il dieci e l’otto, sono sempre di epoca medievale ma legate al dolce stil novo siciliano. In particolare, il fante, è rappresentato con lineamenti addolciti del volto. Da qui la sua frequente identificazione con una donna, sebbene in realtà rappresenti un giovane cadetto.

I semi, chiamati anche palu, si pensa che siano una raffigurazione delle quattro classi sociali in cui era suddiviso il popolo. Rispettivamente questi sono:

  • di coppi, a rappresentare il ceto ecclesiastico. Ciò che incuriosisce di questo seme è l’asso. Questo è rappresentato sotto forma di lebete nuziale, oggetto usato durante i matrimoni pagani quando la Sicilia faceva parte dei territori della Magna Grecia
  • di spati, simbolo per indicare i nobili
  • di mazzi (i bastoni), per rappresentare il popolo. Anche a questo seme sono legate delle curiosità. L’asso, è spesso dipinto sui carretti siciliani  accompagnato dalla scritta “vacci lisciu”, espressione usata durante il gioco della Briscola a quattro per indicare al compagno di buttare una carta di poco valore che non faccia fare briscola agli avversari. Inoltre, il nove aveva le sembianze di Garibaldi a cavallo, mentre il re assomigliava a Vittorio Emanuele II;
  • d’aremi rappresenterebbero, infine, la classe della borghesia. Nei mazzi di carte siciliane più antiche, Garibaldi era rappresentato anche nel tondo centrale della carta che rappresenta il numero cinque. Successivamente è stato sostituito con una biga presa in prestito dalla moneta da 10 lire introdotta nel Regno d’Italia. Le monete del tre di denari, invece, sono disposte a formare la Trinacria, il simbolo della Sicilia.

 

I giochi con il mazzo di carte siciliane

Le carte siciliane giganti o telate sono protagoniste indiscusse dei giochi da tavolo durante le festività natalizie. Questo evento, infatti, diventa occasione per rispolverare i mazzi e divertirsi secondo la tradizione. In Sicilia, in particolare, oltre ai più conosciuti passatempi come la scopa o la briscola, sicuramente tipici del periodo di Natale sono giochi come:

  • cucù: ogni giocatore in possesso di tre vite riceve una carta che in caso di basso punteggio, può passare al suo vicino. Se si incontra un re, questa viene bloccata. Perde chi ha la carta con il valore più basso. Nel momento in cui un giocatore ha perso tutte le vite, può tentare di rientrare in gioco facendo parlare uno dei giocatori. Vince il piatto chi rimane per ultimo in vita.
  • Cavadduzzu: più conosciuta come la corsa dei cavalli. Si gioca utilizzando solo le carte col cavallo di tutti i semi. I giocatori puntano su una delle figure e vince chi riesce a completare la fila per ogni seme.
  • Ti vitti (ti ho visto): i partecipanti devono terminare il proprio mazzo di carte facendole finire tutte al centro del tavolo. Se gli avversari non si accorgono della possibilità di liberare una carta, lo si fa notare con l’espressione “ti vitti” e i perdenti pagano pegno recuperando le carte scartate.
  • Zecchinetta: gioco un po’ desueto ma sempre divertente. Il mazziere estrae delle carte su cui i giocatori puntano. Nel momento in cui si ottiene un risultato della carta uguale a quanto si è puntato, si vince.

 

di Annapasqua Logrieco

 

Foto da Agrigentodoc

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