fbpx

ispica

+393427852384

info@magna-sicilia.com

Via G. La Pira 4, Ispica, RG

Seguici

  /  blog post   /  Una tradizione siciliana quasi dimenticata: la Festa dei Morti

Magna Sicilia | Presidio Slow Tourism

candele per la festa dei morti in sicilia

Una tradizione siciliana quasi dimenticata: la Festa dei Morti

Passa il tempo e con esso anche le tradizioni. È strano a volte come un popolo possa dimenticarsi delle proprie origini, sostituendo le antiche usanze con le nuove un po’ più “di moda”.

Nello specifico, parliamo della Festa dei Morti in Sicilia, ormai soppiantata dalla più mainstream Halloween. E il nostro network, in quanto promotore dello slow tourism e dei valori di autenticità del territorio, vuole cogliere l’occasione per rispolverare le caratteristiche di questa festività quasi perduta, in un viaggio attraverso i rituali che la contraddistingue.

Origini della Festa dei Morti in Sicilia

Tutto ebbe inizio dalla festa pagana di Halloween. I celti irlandesi festeggiavano il loro Capodanno ogni 31 ottobre, il cui nome reale era Samhain, vale a dire “tutte le anime”. Questo rito si diffuse presto in Europa, andando contro gli ideali cristiani.

Contemporaneamente, intorno al X secolo, Papa Gregorio IV spostò la celebrazione di Ognissanti dal 13 maggio all’1 novembre, per mitigare le influenze pagane rilasciate dall’evento di fine ottobre. Il tutto, con pratiche che miravano alla rievocazione delle anime per ringraziarli dei raccolti dell’anno.

Successivamente, si aggiunse la Commemorazione dei Defunti il 2 novembre, un evento che in Sicilia ebbe un grande successo folkloristico, fin dai suoi primi anni. Fu così che nacque uno dei rituali più antichi della storia dell’Isola.

Come si celebrava la Festa del 2 novembre?

In ogni famiglia, la sera prima del 2 novembre i bambini recitavano una filastrocca: “Armi santi, armi santi, io sugnu unu e vuatri siti tanti, mentre sugnu ‘ntra stu munnu di guai, cosi di morti mittitiminni assai”. Era un rito per invitare i parenti defunti a mandare loro dei doni

L’usanza, oltre a commemorare le anime dei propri cari, consentiva di esorcizzare la morte, scostando la paura dal normale flusso della vita.

Tutto consisteva nel mettere ‘u cannistru sotto al letto, un cesto grande quanto la disponibilità economica di ogni famiglia. Scoccata la mezzanotte, si faceva credere che gli zii, i nonni o qualsiasi altro parente nell’aldilà, uscissero dal “camposanto” per deliziare i picciriddi con regali e dolcetti.

Questi ultimi si svegliavano presto il mattino seguente per correre alla ricerca del cesto. Infatti, i genitori dopo averlo riempito durante la notte, non lo riponevano sotto al letto, ma lo nascondevano in un altro posto della casa, per aumentare l’attesa e il desiderio dei propri bimbi.

Una volta trovato il ricco bottino, mamma e papà si recavano con i propri figli al cimitero per ringraziare i loro cari, portando con sé i doni non ancora aperti e accendendo una candela in loro onore.

Con cosa veniva riempito ‘u cannistru?

Durante la notte, il paniere veniva riempito con giocattoli acquistati nelle fiere di paese e dolci tipici siciliani. Nello specifico, mamme e nonne preparavano leccornie come la Frutta Martorana, i biscotti Ossa di Morto, Pupi di Zuccaru e Mustazzoli.

Frutta Martorana

Frutta Martorana

Ogni bambino fremeva nello scoprire chi gli donasse tutte quelle prelibatezze. Andrea Camilleri descrive quella gioia appartenente all’infanzia nei “Racconti quotidiani”, spiegando ogni dettaglio in dialetto stretto, con il cuore di chi davvero ha provato determinate emozioni, semplici e caratteristiche di un tempo passato

Come si festeggia oggi il giorno dei morti?

Oggi purtroppo sono pochi gli eventi in Sicilia dedicati al Giorno dei Morti. Fra quelli rimasti, impegnati a tenere ancora viva questa splendida tradizione da ben 9 edizioni, vi è La Notte di Zucchero. Così, a Palermo e a Catania si tornano ad assaporare le usanze nella tanto attesa notte del 2 novembre.

 

 

Luca Russo

You don't have permission to register