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L’Isola delle tartarughe marine

Nel 2020 la Sicilia è stata nominata dal WWF “l’Isola delle tartarughe marine”. Difatti, l’anno scorso, le spiagge orientali della Trinacria hanno ospitato ben 65 nidi di tartarughe Caretta Caretta, di cui 9 solo sul’Isola delle Correnti nel siracusano. Tale evento, oltre a suscitare meraviglia, richiede molta responsabilità ai fini di tutelare questa vulnerabile specie marina.

In Sicilia il primo nido di tartaruga del 2021

L’Isola, nonostante l’enorme afflusso di turisti che potrebbe compromettere la nidificazione delle Caretta Caretta, anche in questo 2021 non ha deluso le aspettative. Il primo nido italiano del 2021 è stato rinvenuto il 25 maggio proprio nella spiaggia Gallina, nel comune di Avola. A trovare le uova è stata Oleana Prato, volontaria del WWF e operatrice Life Euroturtles.

Questa speciale notizia arriva in un momento molto importante. La città di Avola si appresta ad essere eletta, dopo Noto, il secondo “Comune amico delle tartarughe”. Un riconoscimento, esposto dal WWF, che vuole premiare la meticolosa tutela delle spiagge della zona, rese mete ottimali per le “mamme” di questo esemplare.

Da maggio fino al primo di agosto in Italia si sono contate ben 179 nidificazioni, di cui 43 solo in Sicilia. Un dato importante che ha stabilito un record rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La spiaggia di Sampieri a Scicli, il Lido di Noto, la spiaggia di Eloro Pizzuto, l’Isola delle Correnti, le Isole Pelagie con Lampedusa e la sua Isola dei Conigli sono gli spot più frequentati dalle tartarughe siciliane.

Curiosità sulle tartarughe Caretta Caretta

La Caretta Caretta, con i suoi 110 centimetri di lunghezza massima, è una delle specie più piccole e diffuse nel Mar Mediterraneo. Si ciba principalmente di animali planctonici, organismi bentonici, meduse, molluschi o pesci ago e cavallucci marini. 

Il periodo della riproduzione oscilla tra maggio e agosto. Una tartaruga può deporre ogni 2/3 anni e circa 4 volte a stagione. Oltre alle coste siciliane orientali, le loro mete più ambite per la nidificazione sono le coste alto adriatiche, tunisine, libiche, spagnole, greche e turche.

Il rituale generalmente avviene di notte. La femmina scava nella sabbia, a circa 10/15 metri di distanza dalla linea di costa e depone un centinaio di uova, ricoprendo il nido prima di rimettersi in mare. Il calore della sabbia favorisce la loro incubazione che oscilla tra 45 e 70 giorni.

Una volta schiuse le uova, l’emersione dal nido può essere immediata o durare diverse notti. I piccoli appena nati si dirigeranno verso la riva, destreggiandosi fra gli attacchi di pericolosi predatori da spiaggia, come gabbiani, volpi e cani randagi. 

Giunti in mare nuoteranno ininterrottamente per 24 ore, allontanandosi dalla costa e raggiungendo zone ricche di nutrienti. 

Quali rischi corre la tartaruga Caretta Caretta?

La tartaruga Caretta Caretta è un animale molto vulnerabile e spesso colpito direttamente dal surriscaldamento globale, dall’inquinamento e da una pesca non sostenibile. 

Il sesso di ognuna viene determinato in base alle temperature registrate durante l’incubazione. Se il nido supera i 29° gradi, le creature appena nate saranno tutte femmine, contrariamente saranno maschi. L’alzarsi della colonnina di mercurio nel periodo estivo sopra la norma non provoca altro che uno sbilanciamento di genere, classificando la specie come endangered, dunque protetta da normative internazionali.

Ma a causare problemi maggiori alle tartarughe è la quantità di rifiuti presente nei mari. Le buste di plastica vengono spesso scambiate per meduse, provocando soffocamento e nel peggiore dei casi morte.

Le associazioni di tutela ambientale affrontano spesso casi clinici gravi, ritrovando all’interno dello stomaco delle povere tartarughe svariate quantità di rifiuti o microplastiche. 

Costituisce un esempio virtuoso in quest’ambito la Plastic Free Odv Onlus. Nata nel 2019 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare il maggior numero di persone sui pericoli e i danni connessi alla plastica, soprattutto monouso, si impegna anche con azioni sul campo.
Ad esempio, organizzando clean up, soccorrendo appunto le tartarughe, o con i progetti nelle scuole in collaborazione con i Comuni (dal Plastic Free Walk al Plastica Free Diving).

Ma tornando alle difficoltà che incontrano questi animali, essi nidificano prevalentemente durante il periodo estivo, momento in cui le spiagge sono affollate da numerosi bagnanti. Dunque, spesso impauriti, finiscono col deporre le proprie uova vicine alla riva, con drastiche conseguenze dovute alle maree o alle onde. Ma non solo, a causa della troppa luce artificiale durante la notte, i cuccioli appena nati, seguendo il primo “orizzonte” luminoso che vedono, finiscono per dirigersi verso terra e morire disidratati.

Come salvaguardare questi animali indifesi?

Proprio per questo il WWF con il progetto Life Euroturtles si impegna a tutelare e mettere in sicurezza tutti i nidi di Caretta Caretta. Il loro lavoro consiste nel proteggere le uova tramite apposite recinzioni e spostarle nel caso in cui siano state deposte in una zona soggetta a rischio. L’Associazione continua il suo operato di monitoraggio sino alla schiusa, aiutando le appena nate a superare le difficoltà della spiaggia.

Dunque, con salvaguardia della specie si intendono 5 principali fondamenti:

  1. Proteggere i nidi durante tutto il periodo di incubazione.
  2. Censire e monitorare le tartarughe durante il loro percorso di vita, tramite appositi microchip.
  3. Rendere le spiagge idonee alla nidificazione.
  4. Sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere una pesca ecosostenibile.
  5. Recuperare e curare esemplari feriti, soccorrendoli immediatamente qualora abbiano ami o rifiuti nel cavo orale faringeo.

Per attuare questi semplici passaggi è necessario avere cura nel proprio ambiente e riconoscere quanto questi animali siano una componente fondamentale del nostro mare. Noi di Magna Sicilia, promotori di slow tourism, ci avviciniamo molto a questo argomento, sensibilizzando i vacanzieri verso un rigoroso turismo sostenibile, che tuteli il nostro territorio. 

 

Luca Russo

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