Zuppe alla siciliana: cucina “povera” ma ricca di gusto
Anche se nella nostra bella isola il freddo non è spesso di casa, i mesi invernali si portano dietro un forte legame con piatti caldi come minestre e zuppe. La tradizione siciliana vanta numerose ricette della cucina spesso definita “povera”, specialmente per il tipo di materie prime che vengono utilizzate. I piatti caldi che ne fanno parte, non solo tengono a bada il freddo, ma sono anche salutari e ricchi di ingredienti genuini: in primis le verdure di stagione.
Minestra di verdure fresche: il detox delle nonne
Quante volte il minestrone di verdure viene associato al classico “pasto ospedaliero”? Oppure alle diete da fame? Negli anni l’accezione un po’ “negativa” conferita a questo piatto, ha nascosto tutte quelle caratteristiche che, invece, lo rendono un ottimo alleato sia della salute che della dieta: gusto, vitamine, minerali e leggerezza. La zuppa di verdure, in Sicilia, non è la classica minestra che si prepara quando ci si sente poco bene o si vuole perdere qualche chiletto di troppo. È un piatto che viene tranquillamente inserito nei pasti, come primo, accompagnato da pasta o crostini di pane, o anche come contorno. Le nonne lo preparano rigorosamente con verdure fresche e di stagione, che scelgono sempre in base al gusto, certamente, ma dei loro nipotini.
Ad esempio a gennaio non possono di certo mancare nel minestrone alla siciliana il cavolo, il broccolo e la verza, tipiche di questo mese. La tradizione vuole che le verdure vengano tagliate a pezzetti e lessate tutte insieme, per almeno un’ora. Il tutto poi viene spesso insaporito con erbe aromatiche, in particolare con foglie d’alloro. Le nonne più moderne, per accontentare anche i palati più implacabili, frullano tutte le verdure a fine cottura, creando così delle vere e proprie cremine.
Legumi tutto l’anno con il Macco di fave
Come già visto, la cucina “povera” della tradizione siciliana presenta una grande varietà di zuppe e minestre che vengono preparate in base alla stagionalità dei prodotti. Ma vi sono delle eccezioni, una di queste è il Macco di fave.
Sembra che in tempi antichi questo piatto, originario della zona di Agrigento, si considerasse di buon auspicio e che venisse offerto dai proprietari terrieri a tutti i contadini, per festeggiare la fine del raccolto.
Il Macco di fave ha la consistenza di una crema ottenuta grazie alla cottura prolungata delle fave fino al loro completo sgretolamento. Si tratta di una ricetta bilanciata e salutare di cui è possibile godere tutto l’anno. Infatti, può essere preparato sia con legumi freschi, come le fave verdi tipiche dei mesi di maggio e giugno, sia con quelli secchi, sempre disponibili. Inoltre, come spesso succede con altre prelibatezze, il giorno dopo la sua preparazione risulta essere ancora più buono.
In molte aree della Sicilia, per l’appunto, lo si fa compattare all’interno di teglie o contenitori e lo si cuoce nuovamente in piastra o fritto.
Zuppa di cicoria selvatica: un toccasana per la salute
Tra le molte erbette di campo che crescono rigogliose nel territorio siciliano, spicca la cicoria selvatica. Questa pianta erbacea, dai fiori di colore blu cielo, contiene moltissime proprietà benefiche e sostanze nutritive che aiutano fegato e reni nello smaltimento delle tossine.
Il metodo di cottura più comune della cicoria è la lessatura, al fine di creare una semplicissima zuppa. Dopo la pulizia della pianta dalle sue radici e dai residui di terra, le foglie vengono riposte in acqua e si lasciano a bollire per circa un’ora.
La cicoria così preparata viene servita all’interno del suo brodo che risulta un vero e proprio toccasana per la salute. Infatti aiuta la digestione e stimola il transito intestinale, proprio perché è ricca di inulina, una sostanza rilasciata dalla pianta durante la cottura.
È proprio per le molteplici caratteristiche benefiche che apporta sulla salute che, spesso, il brodo di cottura della cicoria selvatica viene conservato all’interno di bottiglie di vetro e bevuto anche diversi giorni dopo. Queste sono solo alcune tra le molteplici zuppe appartenenti alla cucina “povera” siciliana.
Ma riescono a rendere perfettamente tangibili, quelle caratteristiche che accomunano un po’ tutti i piatti di questa tipologia: semplicità, genuinità, bontà e freschezza delle materie prime.
di Giada Saglimbeni