
Un salto nella Sicilia ottocentesca: il Castello di Donnafugata
A 20 chilometri dall’antica città di Ragusa sorge uno degli edifici più suggestivi della Sicilia. Parliamo del Castello di Donnafugata, un palazzo ottocentesco attorniato da storie e leggende che ne assegnano la nomina di luogo tanto misterioso quanto affascinante.
La storia del Castello di Donnafugata: tra arte e leggende
Quella del Castello di Donnafugata è una storia abbastanza contorta. Il suo nome deriva dal feudo Donnafugata e da Ayn As Jafat, che tradotto dall’arabo vuol dire “fonte della salute”. Secondo altre fonti però “donnafugata” deriverebbe dalla leggenda della regina Bianca di Navarra e dal conte Berardo Cabrera di Modica, un uomo alquanto ostile persino ai grandi sovrani di Palermo.
Si narra che la regina fosse stata rinchiusa dal terribile conte all’interno di una stanza e fosse riuscita a fuggire tramite le gallerie che conducono alle campagne circostanti. Da questa fuga proverrebbe il toponimo del castello, che da “ronna fuata” (donna fuggita) mutò in Donnafugata. Arriva però una smentita. Alcune fonti documentano che quando la regina fu imprigionata, il castello non era ancora stato edificato, e dunque quella del conte di Cabrera rimane solo una leggenda.
Parlando storicamente quello di Donnafugata fu una nobile dimora di villeggiatura. Intorno al XIX, il barone Francesco Maria d’Arezzo fece riedificare la residenza attorno ad un palazzo duecentesco già preesistente. Oggi occupa 2500 metri quadrati e conta 122 stanze. Nella parte frontale troviamo due portoni posti sotto una grande balconata, raggiungibili attraverso un tipico cortile di campagna, composto da un vialetto e due file di tradizionali case siciliane. La facciata è caratterizzata da una schiera di porte ad arco in stile gotico. La terrazza anteriore è il simbolo di questo edificio ed è possibile accedervi tramite una scalinata ornata con quattro imponenti statue, due leoni all’inizio e due sfingi alla fine. Nella parte anteriore superiore troviamo una loggia con un doppio colonnato e anch’essa con archi in stile gotico.
Nell’insieme, il castello è influenzato da diversi stili artistici e architettonici. Troviamo dettagli neoclassici, gotici, settecenteschi e persino medievali, come il fossato posteriore a due torri che lo proteggono. Leggi più approfondimenti sulla storia e sulle le famiglie che abitarono questo luogo qui.
Gli interni del Castello di Donnafugata e il legame con scrittori e registi
<<Ci sono posti in cui hai la sensazione di esserci già stato, anche se sono nuovi, anche se non assomigliano a niente di ciò che hai visto. Sono quei posti in cui credi di aver già vissuto oppure in cui speri di volerci finire, un giorno, quando non dovrai più rendere conto a nessuno.
Ci sono posti che parlano e raccontano storie di fantasmi, intrecciate ai labirinti delle vie, storie di ragazze innamorate della persona sbagliata e rinchiuse in stanze da cui non riusciranno più a uscire. Quei posti lì, muoiono con i terremoti e rinascono più belli di prima..e non sono per niente normali: se ti distrai un attimo vieni accecato dalla luce delle facciate delle chiese, dal verde dei carrubi e dagli occhi delle persone. Se ti distrai un attimo, non riesci mai a pagare il conto di un ristorante o il biglietto di un museo. In quei posti c’è un castello in cui il nero della pece, elegantissima, smangiucchiata dagli anni, fa da sipario a stanze che trasudano ricchezza, feste, donne dagli abiti barocchi e sensuali.
E quegli abiti ci sono, oggi, in ogni stanza, e i manichini diventano fantasmi che non vogliono andarsene da lì: quello del barone Corrado, in cerca del nuovo e ultimo scherzo o quello della regina Bianca, la “Ronnafuata”, che riuscì a fuggire dal castello. Puoi vederli ancora mentre ballano o ascoltano il fortepiano nella sala della musica, loro, i veri Viceré del romanzo di De Roberto.
Ci sono questi posti..e quando te ne vai, non sai se li hai visitati o li hai sognati.>>
(Settembre 2018 – Luca L’Abbate)
È proprio così, gli interni del Castello di Donnafugata sono un viaggio alla scoperta dell’aristocrazia siciliana dell’ottocento. Entrare nelle numerose stanze del palazzo, ornate da affreschi, stucchi, decorazioni e arredamenti lussureggianti, sembrerà come fare un salto nel passato e sognare la vita di un tempo. Tra le stanze più affascinanti troviamo il Salone degli Specchi, il Salone degli Stemmi, le Sale del Biliardo e della Musica, la Stanza di Bianca di Navarra, le Stanze delle Signore e il Fumoir.
Sono questi dettagli ad aver ispirato grandi artisti del passato e contemporanei, da Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Il Gattopardo sino ad Andrea Camilleri con il Commissario Montalbano. Quest’ultimo, nella rielaborazione del romanzo in fiction, vede la residenza nobiliare del ragusano comparire come la casa del capomafia Don Balduccio Sinagra. Luca Zingaretti, in veste di Montalbano, si reca più volte nella casa del boss mafioso e questo lo attende delle volte all’interno altre sulla famosa balconata. Anche il Labirinto del Castello di Donnafugata diviene protagonista nella puntata “La gita a Tindari”, quando i coniugi Griffo vengono trovati al suo interno.
Parlando di Montalbano non possiamo non ricordare come questo romanzo parli moltissimo della Sicilia, al tal punto da diventare il protagonista di queste terre. Da non perdere assolutamente è il meraviglioso Tour di Montalbano proposto da Visit Vigata, un viaggio attraverso i luoghi che hanno fatto da retroscena alla rinomata serie tv.
Il Parco del Castello di Donnafugata
Il Parco del Castello di Donnafugata merita di essere visitato e osservato in ogni suo minimo dettaglio. Il terreno di 8 ettari, che circonda la dimora, comprende ben tre giardini di differente tipologia:
- Il giardino all’inglese, con uno stile informale.
- Il giardino alla francese, più elegante e raffinato.
- L’area rustica dedicata alla coltura di piante aromatiche, alberi da frutto e all’apicoltura. Quest’ultimo testimonia le origini della tenuta acquistata dal Barone di Donnafugata e iniziata come un’azienda agricola a tutti gli effetti.
Il Parco ospita alberi monumentali e 1500 specie di piante mediterranee ed esotiche. Dall’impronta umana invece troviamo un tempietto circolare, una caffeaus destinata ai rinfreschi dei nobili, grotte artificiali con finte stalattiti e il labirinto con muri a secco.
Sul sito dell’ente vi è un approfondimento in 10 date che spiega la nascita e l’evoluzione dei giardini di Donnafugata.
Il Mu.de.co: il Museo del Costume siciliano
Nato nel 2014 per merito dell’Amministrazione Comunale di Ragusa e supportata dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa, il Mu.de.co non è altro che un museo dedicato alla storia del costume siciliano del XVIII e XIX secolo. La protagonista è una collezione di abiti e accessori appartenuta a Gabriele Arezzo di Trifiletti, esponente dell’antica famiglia aristocratica di Donnafugata.
Il museo composto da 460 abiti completi, 695 indumenti singoli, 1555 accessori tra cui scarpe e cappelli e diversi oggetti per la cosmetica e il cucito, si trova nelle parti basse del castello. Venne realizzato nel 2016 per mano di Giuseppe Guerrieri, Nunzio Sciveres e la loro squadra di professionisti. Dal 2021 è aperto ai turisti, vedi di più.
Castello di Donnafugata: orari e prezzi
Il Castello di Donnafugata è aperto dalle 09:00 alle 19:00 fino al 31 ottobre (orario estivo) e dalle 09:00 alle 16:00 dal 1 novembre (orario invernale). Ogni lunedì chiuso.
Sul sito è possibile scoprire le varie tariffe, riduzioni ed esenzioni (Castello di Donnafugata biglietti).
Una volta arrivati è possibile acquistare il ticket Parco e Castello, solo Mu.de.co o solo Parco, ma l’esperienza non finisce qui! Una volta conclusa la propria visita si presenta un certo languorino? La Trattoria Pizzeria al Castello, con la sua cucina tipica iblea, è un giusto compromesso tra tradizione culinaria e location suggestiva, d’altronde non esiste miglior esperienza di visitare un castello e poter gustare le prelibatezze locali proprio sul posto!
Luca Russo
Credits foto: Etna Portal