Palazzo Branciforte e l’eredità di Gae Aulenti
Il palazzo Branciforte fu aperto al pubblico nel maggio del 2012. Si sviluppa su più di 5000 metri quadri e ospita al suo interno gli uffici direzionali della Fondazione Sicilia, lasciando anche spazio alle Collezioni della Fondazione stessa. Al piano terra sono esposte le collezioni archeologiche. Continuando il percorso nell’edificio, al piano nobile sono custodite le quelle filateliche, numismatiche e le sculture. C’è anche la Biblioteca storica che conserva volumi della Fondazione. Da questo punto si può accedere agli ambienti affascinanti del Monte di Santa Rosalia, un raro esempio ancora visibile della composizione lignea, destinata a ospitare mostre d’arte temporanee.
La storia dell’edificio
Il Palazzo Branciforte ha un legame profondo con la città di Palermo. L’edificio fu prima una residenza privata del Conte di Raccuja, successivamente fu acquistato dalla famiglia dal principe di Pietraperzia, Giuseppe Branciforte appunto, nel XVII secolo.
Il nucleo originario del Palazzo, probabilmente risalente al ‘500, edificato tra le vie Bara, Lampedusa e Seminario Italo Albanese, aveva il fronte principale che prospettava sulla strada che al tempo collegava gli attuali ingressi principali.
Gli eredi del Conte, verso la metà del XVII secolo, diedero inizio all’ampliamento ottenendo dal Senato di Palermo la possibilità di poter inglobare la strada antistante.
Con l’inizio del secolo successivo, completati i lavori che raddoppiarono quasi la superficie, il Palazzo Raccuja divenne una delle più sontuose dimore patrizie della città, l’unica a non aver destinato una parte degli spazi per l’apertura di botteghe al fine di trarne una locazione proficua.
Il Governo propose nel 1801 alla famiglia Branciforte la concessione dell’intero edificio al Senato di Palermo per fare la nuova sede del Monte della Pietà per la Pignorazione, che richiedeva più spazio per custodire la quantità dei pegni sempre crescente, per effetto della difficile situazione economica del tempo. L’edificio venne concesso e destinato alla sezione povera dei beni non preziosi da cui prese il soprannome di “panni vecchi” per il riferimento ai contenuti del Palazzo. Il suo nuovo utilizzo fu origine di lavori di restauro della facciata che ne modificarono completamente l’aspetto esterno.
Il restauro
Il restauro consentì il ripristino e la valorizzazione degli spazi, sempre in cambiamento in concomitanza con le vicende storiche e le modifiche subite in varie epoche. Quelle più invasive furono effettuate in seguito a un importante incendio causato da un bombardamento nel 1848 che provocò il crollo di gran parte delle solette e volte interne. I lavori di consolidamento furono pressoché immediati, ma non tennero conto delle caratteristiche architettoniche dell’edificio.
Nel 2007 però venne proposto il restauro integrale di Palazzo Branciforte all’architetta italiana Gae Aulenti, che con maestria ha reso lo storico edificio un prestigioso polo culturale aperto a tutti e caratterizzato da nuovi spazi destinati all’arte e alla cultura, attraverso un lavoro di recupero e ripristino degli ambienti più rappresentativi dell’edificio.
I restauri dell’architetto hanno consentito di ridare vita al Palazzo, riportandolo alla sua raffinata bellezza e creando al suo interno ambienti destinati a molteplici funzioni. Tutto questo processo è stato progettato nel rispetto delle originarie caratteristiche morfologiche e degli elementi architettonici più importanti. Un punto cardine dei principali lavori che ha guidato l’intero iter dei lavori è stato quello di rivalutare quegli importanti ambienti architettonici che nei secoli avevano perso la loro funzione originale. Come la scuderia al pian terreno, il cortile principale e la strada interna.
Il progetto di riqualificazione predisposto dall’architetto ha previsto l’insediamento all’interno del Palazzo di una serie di aree, tra cui la zona espositiva, la biblioteca, un percorso museale, l’Auditorium Branciforte, un ristorante, spazi di rappresentanza ed infine uffici per il personale.
L’intervento di Gae Aulenti fu volto alla valorizzazione della natura intrinseca del Palazzo Branciforte, ridando la propria funzionalità agli spazi segnati dalle diverse destinazioni. I lavori di ripristino hanno trasformato l’edificio in un nuovo luogo urbano, anche nel completo rispetto della città, rendendolo un punto di riferimento sul piano culturale siciliano e nazionale.
L’architetto: chi è e cosa ha fatto
Donna pervasa da una grinta e da una determinazione senza eguali, l’architetto Aulenti non ha mai avuto paura di competere nel mondo della progettazione che all’epoca era prettamente maschile. Laureata al Politecnico di Milano, inizia a lavorare in un’Italia distrutta dalla Guerra, dove l’architettura era più incentrata al recupero storico del passato. Era una donna dalle grandi attitudini e abilità, tanto che non si fermò solo nella professione di architetto, ma fu anche designer e scenografa, perché riteneva che nel teatro si potesse andare fuori dal tempo.
Le sue opere sono presenti sia in Italia che all’estero, tra cui l’Asian Art Museum di San Francisco, l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, fino al restauro del Palazzo Branciforte di Palermo in cui l’architetto valorizza, rispetta e rende funzionale nei suoi spazi. Questa ristrutturazione per l’architetto sarà uno dei suoi ultimi lavori cui si dedicherà prima di lasciare la sua eredità nel 2012 a 85 anni. Qui, un approfondimento sulla vita di Gae.
Scusi, quando posso visitare il Palazzo?
Il Palazzo è un luogo dove si coniugano la cultura e la buona tavola della tradizione mediterranea. In un’ala del piano terra è allestita la Città del Gusto, la celebre scuola di cucina del Gambero Rosso, rivolta a un’utenza professionale e agli appassionati.
Quindi quando è il momento perfetto per andare a visitare il Palazzo? In realtà, è sempre un buon momento, l’unica cosa da tenere a mente è che in base al periodo, estivo o invernale, gli orari variano, ma è sempre affascinante osservare la sua struttura col cambio delle stagioni. Le visite sono esclusivamente guidate all’interno del Palazzo.
Giulia Nari
Foto in apertura dal sito ufficiale: qui.