World Ocean Day: “Missione Euridice” e la sensibilità siciliana verso il mare
Oggi si celebra il World Ocean Day e per l’occasione vogliamo segnalare il progetto di due fratelli siciliani, che vede come protagonista il mare di Cefalù.
Andrea Spinelli, biologo marino presso l’Oceanografico di Valencia (Spagna), specializzato sulla conservazione degli ambienti marini, sulla biodiversità nel Mar Mediterraneo ed ecologia di specie marine a rischio. E Marco, documentarista, con una particolare attenzione rivolta all’ambiente, soprattutto alla salvaguardia degli ecosistemi marini.
Un anno fa, nel 2021, i due ragazzi avevano lanciato una raccolta fondi con l’obiettivo di liberare la secca più importante del Golfo di Cefalù, in Sicilia, completamente ricoperta da reti fantasma. Ce l’hanno fatta: una tonnellata di reti abbandonate rimosse dal Golfo di Cefalù e l’intera opera documentata. Questa è “Missione Euridice“.
Ma cosa sono le reti fantasma?
Con “reti fantasma” si intende resti di rete, lenze e altri materiali abbandonati e dispersi, che giacciono sui fondali. Queste vere e proprie trappole uccidono in modo prepotente pesci, tartarughe, crostacei e altri animali, per fame, lacerazioni o infezioni, provocando danni all’ecosistema. Ogni anno vengono disperse in mare circa 640 tonnellate (rapporto Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente UNEP) di reti e altri attrezzi che continuano a “pescare” per molto tempo. Inoltre, rappresentano circa l’89% dei rifiuti marini e mentre in passato erano realizzate in canapa o materiali naturali, oggi sono per lo più in plastica, che ci mette centinaia di anni per decomporsi.
La situazione nel Golfo di Cefalù
Da circa 5 anni nei fondali del Golfo di Cefalù giacevano moltissime reti da pesca fantasma che hanno ucciso animali marini, ma anche soffocato (sbarrando tutte le fessure utili come rifugi) e desertificato l’area. La fauna coralligena era sensibilmente ridotta, come quella ittica locale. Per questo, i fratelli Spinelli hanno deciso che era il momento di agire e grazie alle 700 persone che hanno contribuito alla loro raccolta fondi hanno potuto dar vita a “Missione Euridice”, rimuovendo 1 tonnellata di reti fantasma a Cefalù con un team composto da diversi esperti.
Perché il nome “Missione Euridice”?
Sulla pagina Instagram di Marco Spinelli, egli stesso spiega la scelta del nome. he il nome richiama il mito greco di Orfeo ed Euridice.
“Si tratta una storia d’amore che spinge Orfeo a recarsi negli inferi, al cospetto di Ade, per poter riportare in vita la sua amata Euridice, che ha perso la vita a causa di un morso di un serpente. Scendere in profondità nel regno dei morti, dove tutto è soffocato dalla reti fantasma, rimuovere le trappole e dare una seconda possibilità a quel luogo meraviglioso… Una speranza di vita! Questa è Missione Euridice”.
Le presentazioni del documentario
In questi giorni ci sono diverse presentazioni di “Missione Euridice” (qui il trailer). La prima in Italia c’è stata a Milano, presso la Tempesta Gallery. Oggi, (8 giugno) è prevista un’altra anteprima all’Ostello Bello di Milano Centrale durante un evento organizzato in collaborazione con SurfWeek. Domani (9 giugno) un altro incontro in occasione del Festivalmar di Worldrise, sempre a Milano.
Foto in apertura dal documentario Missione Euridice.