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Il carretto siciliano: il simbolo della Trinacria

Il carretto siciliano è uno dei simboli iconografici legati al folklore della bella Sicilia. Nato principalmente come mezzo di trasporto per merci, col tempo è diventato strumento per trasmettere l’identità culturale isolana. A segnare questa metamorfosi c’è una combinazione di eventi, rituali e curiosità che hanno portato alla nascita di una vera e propria tradizione artigiana ancora oggi tramandata di padre in figlio. 

Attualmente, esistono diversi stili e tipologie di carretti siciliani, come quello palermitano o catanese. Sebbene l’origine sia la stessa, legata alla vita contadina e popolare, ognuna di queste ha dato vita a vere e proprie opere d’arte itineranti. 

Com’è nato il carretto siciliano

La storia del carretto siciliano parte da molto lontano, quando, in seguito alla caduta dell’Impero Romano, molte regioni affrontano una situazione di crisi e abbandono. In Sicilia a risentirne è soprattutto il sistema viario, talmente deteriorato da portare all’abbandono dei mezzi di trasporto a due ruote a favore della navigazione marittima. 

A partire dall’800, con la ripresa graduale degli spostamenti sul dorso di animali, nascono i primi carretti. Per poter affrontare al meglio le cosiddette “trazzere”, questi vengono dotati di grandi ruote, alte a tal punto da poter attraversare senza fatica le strade interne di campagna a ovest della Sicilia e facilitare il trasporto dei prodotti della terra. Vengono utilizzati, inoltre, per agevolare l’imbarco o lo sbarco di merci e materiali pesanti provenienti dalle miniere presenti nella parte orientale dell’isola. A volte, però, il carretto era utilizzato anche per lo spostamento dell’intera famiglia per scampagnate.

La diversa destinazione d’uso, poi, ha determinato la nascita di variazioni strutturali. Una di queste riguarda le sponde laterali, i “masciddari”, più o meno alte se installate su carretti vinaroli (per trasporto di prodotti agricoli) o rinaroli (destinati a carichi pesanti). 

La sua struttura minuta e semplice e l’essere trainato da un solo cavallo, ben presto fanno del carretto siciliano il mezzo di trasporto preferito dagli abitanti dell’isola. Ma dietro la sua realizzazione, c’è un lavoro molto complesso che vede ancora oggi la partecipazione di diverse maestranze: 

  • falegnami e intagliatori per le parti lignee
  • il fabbro per gli elementi in ferro battuto
  • il “carradore” addetto all’assemblaggio delle varie parti
  • i pittori che decorano l’intera superficie.

Da mezzo di trasporto a icona della Sicilia

Ciò che ha portato all’evoluzione del carretto siciliano da mezzo di trasporto a opera d’arte e emblema iconografico è l’apparato decorativo. Considera, però, che l’usanza di dipingere il prodotto artigianale prende piede molto lentamente. In una prima fase a fare da protagonisti in intagli e dipinti delle parti lignee c’erano santi e personaggi della Bibbia. 

A partire dagli anni Venti dell’800 con la nascita dell’Opera dei Pupi, avviene l’incontro tra carretto e “cunta storie”. Quindi a fare da padroni nelle scene dipinte sono soprattutto personaggi dell’epica cavalleresca e della tradizione orale popolare. Diffusi sono anche scene riprese da Cavalleria Rusticana di Giovanni Verga, autore siciliano che ha dedicato la sua opera proprio alla figura dei carrettieri.

Ma a cosa servono i dipinti sui carretti siciliani? Il carro in legno è un trasporto povero, utilizzato per il lavoro in campagna e trasporto merci, quindi la decorazione potrebbe sembrare poco funzionale. Devi sapere, invece, che i decori in pittura hanno uno scopo ben preciso. Oltre che per ostentare la bravura del pittore o la ricchezza del carrettiere, innanzitutto proteggono il legno dal logorio dovuto all’uso. Inoltre hanno altre due funzioni:

  1. apotropaica e scaramantica: le scene raffigurate avrebbero lo scopo di allontanare la malasorte e garantire la prosperità al carrettiere e alla sua famiglia.
  2. fare pubblicità: essendo ambulanti, per poter vendere la loro merce i carrettieri hanno bisogno di non passare inosservati. Questo giustifica l’uso di colori molto accesi come il rosso, il giallo, il verde e il blu, di fiocchi e coccarde ma anche di campanelli. Il mix iconografico unito al canto del carrettiere permetteva di attirare con facilità l’attenzione dei passanti.

Il carretto siciliano oggi è totalmente in disuso come mezzo di trasporto, ma proprio il suo essere iconico ha fatto sì che rimanesse viva la sua memoria come emblema del folklore siciliano. Spesso fa la sua comparsa in occasione delle feste patronali, come quella di Sant’Alfio a Trecastagni, o per il Natale. Durante le festività, infatti, in diverse località come Sicli e Ragusa, c’è l’usanza di allestire un carretto siciliano a mo di slitta e far attraversare il paese da Babbo Natale per distribuire dolci ai bambini.

Considera, poi, che in quanto opera d’arte e simbolo della cultura popolare, allo stato attuale è candidato per diventare patrimonio Unesco. 

Dove vedere i carretti siciliani 

Oltre che poter godere della bellezza e dei colori che decorano i carretti durante le sfilate occasionali o nei negozi di souvenir, chi è in visita nella bella Sicilia può ammirarli e approfondire la loro storia nei musei ad esso dedicati. Ti segnaliamo in particolare: 

  • l’esposizione permanente del carretto siciliano Rio (clicca qui per il tour)a Sortino.
  • il Museo del Carretto Siciliano “Gulotti” di Bronte, interamente dedicato al noto mezzo di trasporto e dove poter vedere gli esempi più elevati di bravura delle diverse maestranze.
  • il Museo Regionale di Terrasini, dove è presente un’intera sezione dedicata ai carretti siciliani.
  • il Museo Renato Guttuso di Villa Cattolica a Bagheria, dove è presente la sezione etnografica con alcuni esemplari di carretti alla cui pittura si è ispirato il noto pittore siciliano.

Inoltre non possiamo non segnalare il piccolo garage/museo di Salvatore Sperandeo a Termini Imerese. Ultimo maestro venuto a mancare di recente, è affascinato fin da bambino dai carretti siciliani. Ha iniziato sin da subito a studiarli, per poi costruirli con vera maestria. Oggi, la sua arte è portata avanti da figli e nipoti a cui è riuscito a trasmettere la passione per questa piccola meraviglia artigianale.

 

VIDEO – Sperandeo Salvatore. L’arte del carretto siciliano.

 

di Annapasqua Logrieco

 

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