Il “Paese di Pietra”: Novara di Sicilia
Al confine tra i monti Nebrodi e Peloritani, in provincia di Messina, sorge il “Paese di Pietra”, meglio conosciuto come Novara di Sicilia. Localizzato ai piedi del “Cervino di Sicilia”, la sua storia e le autentiche tradizioni autoctone fanno di questo luogo uno dei Borghi più belli d’Italia.
La storia del borgo gallo-italico
Novara di Sicilia è l’unico comune dell’Isola dove vi si parla l’antico dialetto gallico. Ad influenzare la lingua dei cittadini furono proprio le colonie provenienti dall’Italia settentrionale intorno al 1060 d.C. Ma le origini effettive di questo paesino di montagna sono più antiche. Diversi anni fa sono state rinvenute delle rudimentali abitazioni mesolitiche nella Roccia Sperlinga, vicino contrada Casalini.
Si testimonia che questo territorio fu dapprima dominato dai greci, prendendo il nome di Noa che dal sicano vuol dire “maggese”, dunque facente riferimento al terreno fertile della zona. Successivamente fu colonizzato dai romani e poi dai saraceni. Quest’ultimi costruirono a contrada Casalini un castello su una rupe a strapiombo, di cui oggi sono visibili i ruderi. Tale fortezza segnò la nascita di un nuovo centro, che venne abitato fino a tutta l’epoca bizantina.
Nel 1171 Sant’Ugo fondò, sotto il regno di Ruggero II, la prima edificazione cistercense della Sicilia, nonché l’Abbazia di Santa Maria Nucaria. Nel 1298 Novara di Sicilia viene censita come Castrum Nucariae. Il castello e le terre vengono prima assegnate a diverse famiglie normanne. Per poi, nel 1364, durante il regno di Federico IV d’Aragona, divenire proprietà di Vinciguerra D’Aragona.
Cosa vedere nel borgo medievale?
Tra le strette vie di Novara di Sicilia è possibile scorgere un’anima medievale rimasta intatta negli anni. Tratto distintivo di questo periodo storico sono proprio le numerose edificazioni o sculture religiose realizzate in pietra Arenaria. Più pregiato troviamo il Cipollino, una roccia locale rossa e marmorea, con cui vennero realizzate elaborazioni architettoniche o elementi artistici all’interno di palazzi storici e chiese.
A Novara di Sicilia la lavorazione della pietra divenne una vera e propria arte. La modellazione tramite lo scalpellino passò di padre in figlio, creando una discendenza di scultori divenuti simboli di questa città.
Tra i monumenti di rilievo troviamo il Duomo di Santa Maria Assunta con le sue tre navate in arenaria. Non meno importanti sono la Chiesa medievale di San Francesco di Assisi, le due Chiese barocche dell’Annunziata e di Sant’Ugo Abate e infine la Chiesa di San Nicolò, posta su una gradinata di pietra.
Meritano anche Palazzo Stancanelli, Casa Fontana, il Palazzo del Comune, l’ottocentesco Teatro di Riccardo Casalaina e i numerosi murales raffiguranti le tradizioni di un tempo.
A chiamare maggior attenzione sono l’abbazia di Santa Maria La Noara a Badiavecchia e l’Antico Mulino ad Acqua Giorginaro. Quest’ultimo attivo dal 1690 viene ancora utilizzato per la macinazione del grano duro volto alla produzione della farina.
Il Cervino di Sicilia: la Rocca Salvatesta
Basta alzare lo sguardo per scorgere la Rocca Salvatesta, una vetta di 1340 mt famosa per la sua lontana somiglianza al Monte Cervino. Partendo dal borgo medievale è possibile seguire un sentiero immerso nella natura che conduce gli appassionati di trekking fino in cima.
Giunti allo sperone di roccia è possibile vedere in lontananza l’antica città di Tindari e le catene montuose che compongono questo meraviglioso territorio. L’Associazione PFM organizza un tour guidato di 4 ore sulla montagna più alta dei Peloritani. Maggiori informazioni qui.
Il Maiorchino e i prodotti tipici di Novara di Sicilia
Novara di Sicilia è la meta adatta per chi vuole assaporare il buon cibo siciliano a km0. Il piatto più rinomato è la Pasta Ncasciada, un prelibato primo con ragù di vitello e castrato, melanzane, polpette, pangrattato e uova. Inoltre, da buon borgo montano non mancano la trippa, il lardo e i legumi.
I più golosi vengono deliziati con le gustosissime preparazioni tipiche. Il San Nicola Bar Pasticceria sforna ogni giorno leccornie di ogni tipo. Troviamo le Dita d’Apostolo, cioè cannoli di ricotta ricoperti di glassa e a Pignurada, una frolla tagliata a dadini e naturalmente fritta. Buonissimi sono i Raviò, dei ravioli fritti prodotti con una pasta inzuppata nel vino ed un ripieno di ricotta fresca aromatizzata alla cannella.
I prodotti caseari non sono da meno. In quasi tutti i ristoranti della zona troviamo il Maiorchino, un pecorino locale stagionato 12 mesi. Oltre a deliziare il palato dei visitatori, questo è anche oggetto di una delle gare più famose del paese: il Lancio del Maiorchino.
Questo rito risale al 1600. Originariamente i caseari, per controllare la stagionatura, lasciavano correre lungo la strada le forme di formaggio testando la loro resistenza. Col passare del tempo questo “test” divenne una vera e propria tradizione.
Per l’evento vengono tutt’oggi allestite delle piste lungo le vie di Novara. Il gioco consiste nel lanciare diverse forme di tale formaggio tramite una lazzàda, cioè uno spago da calzolaio. A partecipare sono due squadre, che a turno sceglieranno il tiratore che andrà al duello con l’avversario. Vince chi, a parità di lanci, riesce a mandare il Maiorchino più lontano possibile.
Ad approfittarne sono i turisti che colgono l’occasione per assaggiare il rinomato pecorino dei Nebrodi.
Luca Russo