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Acireale foto di Guido Sorano

Il Carnevale in Sicilia: storia, feste e tradizioni

La festa di Carnevale in Sicilia ha origini molto antiche ed è un appuntamento sentito a cui nessuno vuole rinunciare, dai grandi ai più piccini. Ma qual è l’origine di questa tradizione? Dove si festeggia? Scopriamo assieme la lunga storia della manifestazione più eclettica dell’anno, tra festeggiamenti e interruzioni causa pandemia da Covid.

Le origini: tra sacro e profano

Il Carnevale è una festa dalle origini antichissime che molti fanno risalire ai riti dionisiaci della festa ateniese delle Antesterie, celebrata tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. In quell’occasione si toglievano i sigilli alle botti e si beveva vino durante i banchetti in onore del dio Dioniso. Per i tre giorni successivi, poi, girava per le strade il carro che trasportava un cittadino in maschera che rappresentava il dio del vino e dell’ebbrezza.

Ai giorni nostri la festa si ricollega alla tradizione cattolica e al termine latino “Carnem levare”, ovvero il divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale. Le prime notizie del Carnevale siciliano risalgono al 1600 e riguardano la città di Palermo e un tempo la festa durava per più di un mese. Con il passare degli anni la preparazione al Carnevale è diventata un vero e proprio rito: dall’allestimento degli addobbi, ai costumi e alle maschere. Come quelle storiche siciliane dei “Jardinara”(giardinieri) e dei “Varca” note in provincia di Palermo o quelle tipiche catanesi dei “Briganti” e “Cavallacciu”. Non sono mai mancate poi le parodie di “Abbati”, “Dutturi”, “Baruni” e dei potenti, perché a Carnevale si sa… Ogni scherzo vale!

Quali sono i carnevali più belli?

Tra sfilate di carri allegorici, maschere antiche e moderne, balli e canti: ecco come alcune delle cittadine siciliane si travestono a festa e si trasformano in occasione del Carnevale.

Il Carnevale di Acireale è considerato uno dei più belli e antichi di tutta la Sicilia e non solo. In un documento del 1612 si parla anche dell’abitudine di giocare al tiro di arance e limoni (tradizione qui persa, ma ancora viva all’interno del Carnevale d’Ivrea). Accanto ai carri in cartapesta e infiorati, a farne da padrona sono i giochi di luci e scenografie spettacolari in continua evoluzione, che hanno portato alla cronaca nazionale questa festa dai mille colori. Il susseguirsi poi delle maschere storiche dall’ “Abbatazzu” (che ironizzava sulla classe clericale del tempo), a quella successiva de i “Baruni” fino a i “Manti” paragonati ai “bautta” veneziani.  La manifestazione, come da tradizione, si conclude con il martedì grasso dove vengono premiati i carri più belli e vengono sparati i fuochi d’artificio con cui si vuole bruciare il Re Carnevale, il pupazzo rappresentante della festa. Anche quest’anno, a causa del Covid, l’evento in programma dal 12 febbraio all’1 marzo 2022 verrà posticipato al prossimo 21 aprile.

Il Carnevale di Sciacca risulta essere non solo tra quelli di più antica tradizione ma anche quello più “social”. In tutti i canali, da facebook a instagram passando per twitter e youtube è possibile seguire le lunghe sfilate dei carri e delle maschere che si susseguono nelle varie edizioni. Una curiosità: la maschera adottata dal Carnevale di Sciacca è quella di Peppe Nappa per volere negli anni 50’ del senatore Giuseppe Molinari. La maschera raffigura un siciliano, beffardo e pigro ma con un grande voglia di ballare. Cibo e vino sono le sue passioni e la trasmette a tutti i cittadini che hanno voglia di godersi la festa più goliardica dell’anno.

Oggi in Sicilia si festeggia il Carnevale in tantissime località, da Termini Imerese a Bronte, passando per Palermo e Taormina. Ognuna di esse ha i suoi colori, la propria atmosfera e ovviamente il proprio travestimento.

Carnevale a tavola: cosa si mangia durante i festeggiamenti?

Il Carnevale in Sicilia passa anche e soprattutto da alcuni piatti della tradizione. Il racconto delle celebrazioni sono legate ai peccati di gola che tutti si concedono in questi giorni di feste. Ogni città ha il suo cavallo di battaglia che non deve mancare assolutamente sulle tavole.

Le crispelle sono la ricetta più in voga in questi giorni: da mangiare in strada durante la sfilata o come secondo piatto. Invece, il primo piatto per eccellenza sono i maccheroni al ragù o i maccheroni con la salsiccia, senza scordarsi del tradizionale minestrone del giovedì grasso preparato con verdura, patate, fave e lardo di maiale. 

 

Di Davide Donnarumma

 

Credtis foto in apertura: Guido Sorano

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