Lo sfarzo in contrapposizione alla semplicità
Una predominante artistica, come quella del barocco in Sicilia, può concedere spazio anche alla semplicità?
Siamo abituati a riconoscere la nostra Isola come icona del barocco, con importanti centri storici come quelli di Catania, Modica, Ortigia, Noto o Ragusa Ibla. La forte connotazione di tutti questi luoghi è molto legata, soprattutto nel territorio sud-orientale, alla dominazione greca che rese più sfarzosa la nostra terra, tra il 600’ e il 700’.
A cosa è dovuta questa sfarzosità nell’architettura siciliana?
La Sicilia è una terra storicamente importante, per alcuni anche un paradiso. Fu colonizzata da molteplici dominazioni come fenici, greci, romani, barbari, ostrogoti, bizantini, arabi, normanni, svevi, angioini, aragonesi, spagnoli, sabaudi e borboni.
Dal 1200 a.C. sino al 1860 d.C. la Trinacria è stata modellata da culture diverse. Insieme si sono contaminate dando pomposità al nostro modo di essere siciliani: dalle tradizioni, ai modi di fare, sino al cibo ricco di sapori e colori.
A subire un enorme cambiamento fu proprio l’architettura. In una Terra che non manca di ricchezza, lo scopo del popolo siciliano era quello di mostrare sempre di più. Dal 1600 le chiese, i balconi o i palazzi venivano adornati con strutture o decorazioni murarie importanti e ben arzigogolate. Ciò manifestava una maestosità non indifferente, lasciando di stucco passanti o turisti della vecchia epoca.
Pensando al barocco vien subito in mente la Cattedrale di San Nicolò di Noto. Quest’ultima venne progettata da Rosario Gagliardi e Vincenzo Sinatra e conclusa nel 1776. Ubicata al centro del paesino siracusano e nominata Patrimonio dell’Unesco, attira e impressiona turisti da tutto il mondo.
Il semplice animo nascosto siciliano
Ma dopo tante dominazioni nacque anche la necessità dell’essenziale, che non per forza andasse a sminuire la pomposità del nostro modo di apparire, ma verosimilmente lo arricchisse.
Infatti oggi sull’Isola è possibile godere di meravigliosi tour dedicati al barocco siciliano e al tempo stesso rimanere affascinati davanti alla semplicità di luoghi senza tempo come il Teatro di Andromeda nell’agrigentino.
Ma non solo, ormai da decenni a crescere è proprio l’arte contemporanea. Come nel caso di Fiumara D’Arte, sito artistico incastonato tra il Parco dei Nebrodi e il Parco delle Madonie, che permette ai visitatori di immergersi in realtà parallele attraverso molteplici opere incredibili, fra cui il Monumento per un Poeta Morto e il Labirinto di Arianna. Quest’ultimo, luogo perfetto per chi cerca l’essenziale e il profondo contatto tra uomo, arte e natura.
Il labirinto di Arianna
Proprio il Labirinto di Arianna, in prossimità del Castel Di Lucio sui Nebrodi, viene definito come un’ascesa verso la purezza. Facente riferimento al mito di Arianna e Teseo, venne costruito nel 1990.
Caratterizzato da enormi cerchi, conduce la persona sino al centro, creando un senso di smarrimento. Sarà un ulivo posto al termine del labirinto a far percepire il “senso del tutto”. Ad aprire il percorso è una porta che rappresenta l’organo genitale femminile, come simbolo dell’inizio della vita. Percorso in cui ogni individuo si smarrisce e si ritrova, alla fine, semplicemente nell’essenzialità di un albero.
Tutto ciò afferma che questa terra tramite il barocco mostra una ricchissima copertina di un libro che, al suo interno, cela una semplicità tutta da scoprire.
Luca Russo
Credits foto in apertura: Filippo Barbaria