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Magna Sicilia | Presidio Slow Tourism

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Scoprire la Val di Noto tra design e architettura barocca

L’itinerario nella Val di Noto è un viaggio continuo alla scoperta di emblemi dell’architettura, del design, con l’aggiunta di buon cibo. Da sempre, è amato da creativi, artisti e poeti, non solo da turisti.

Chiunque vi passi non può dimenticarla, perché tutto si imprime nella memoria grazie a colori, sapori, odori e all’azzurro del mare. Anche Goethe, lo scrittore tedesco, una volta giunto sull’Isola, durante il suo viaggio in Italia alla fine del XVIII secolo, disse che “l’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa”.

La Sicilia è una tra le mete più ambite per le vacanze e tra le zone più visitate c’è proprio la valle di Noto, perla del barocco e patrimonio dell’Unesco, grazie a otto splendide città in particolare: Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli. Queste, già esistenti nel Medioevo, vennero ricostruite in parte o per intero dopo il terremoto del 1693 seguendo il modello stilistico dell’epoca.

Tutta l’architettura, la pianificazione urbana, le decorazione dei palazzi costituiscono il culmine di uno degli ultimi periodi di fioritura del Barocco in Europa.

Ripercorriamo insieme le caratteristiche di luoghi diversi fra loro, da palazzi pubblici, a case private, fino a hotel e intere città, tutti in qualche modo emblematici del carattere dell’area.

Il Palazzo Nicolaci di Villadorata

Progettato da Rosaio Gagliardi nel 1720, il Palazzo Nicolaci di Villadorata fu completamente recuperato grazie all’attento restauro eseguito dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, sotto la guida dell’architetto Giovanna Susan. 

L’eleganza riecheggia nella facciata, caratterizzata da un ampio portale fiancheggiato da due grandi colonne ioniche e sormontato da una balconata in pieno stile barocco. All’interno, la signorile scala ottocentesca di stile Neoclassico conduce al piano nobile e ai vari appartamenti dove sopravvivono i barlumi di un’epoca lontana.

Sono presenti sale con volte a vela risalenti a fine ‘700, dove poter pranzare o cenare al Ristorante Manna, un vero proprio bistrot di design ricavato da ciò che prima erano scuderie e alle botteghe artigiane. L’atmosfera degli interni, come il menù, pur presentando un piglio contemporaneo rievoca la tradizione locale: ceramiche di Caltagirone sui muri e pietre laviche come tavoli. Il design fu scelto con cura dal designer Gordon Guillaumier per sottolineare la forte appartenenza al territorio. 

La casa in Val di Noto: uno sguardo tra le pietre del passato

In quest’area carica di fascino tra le architetture normanne e la macchia mediterranea, la realizzazione di una casa significa mettere in luce la pietra, la sua storia, rendendola cosa viva e attuale. Un esempio è il progetto dello Studio Giuseppe Guerrieri, che venne completato nel 2018 nella zona rurale della Val di Noto, in un casale di fine Ottocento. Lo studio valorizzò la pietra e gli elementi tipici del territorio. 

E’ una proprietà di 800 metri quadri tra rimesse per gli attrezzi, stalle, corpi aggiunti, che lascia poche possibilità di modifica della pianta originaria. I muri spessi quasi un metro, la struttura scandita da una serie di volte a botte porta lo Studio a progettare delle soluzioni su misura.

E’ proprio per via di questo limite alla versatilità che gli ambienti del piano terra che furono oggetto di restyling, acquistano significato. 

Dal cortile antistante all’intera struttura interna la pietra è l’elemento dominante, che dà continuità al progetto. Le coperture a volta e le pareti preesistenti in pietra calcarea dura sono state restaurate e lasciate a vista, tralasciando quelle più deteriorate, che furono rinforzate e rifinite con intonaco a calce, mentre le soglie trasversali sono state realizzate in pietra pece, tipica della zona. 

La parte centrale si snoda tra gli ambienti a partire dal cortile, dal living e zona cucina per proseguire fino all’area di lettura e disimpegno, continuando alla camera da letto e al bagno che si apre sulla corte.

Restano invariati i materiali ma, da una stanza all’altra, cambia l’atmosfera grazie ai rivestimenti, che delineano i passaggi, denotando gli ambienti con cromie differenti, dal bianco al nero al verde, come se fosse un disegno pixellato che riesce a movimentare la distesa di colori chiari di pareti e soffitto. 

Modica, passeggiata tra cioccolato e quartieri di artigiani

Il tour continua per la scoperta di Modica, “la città delle cento chiese”, antico feudo e terra del poeta Salvatore Quasimodo, dove è facile tuffarsi nella storia. Basta uno scorcio, svoltare l’angolo e alzare il viso in alto per scoprire la storia che ha attraversato la città e l’ha resa una delle più incantevoli località siciliane. 

La città è famosa per il suo cioccolato, prodotto grazie ad un’antica ricetta Maya e tramandata di generazione in generazione, che si può degustare nella fabbrica più antica della città, la Dolceria Bonajuto. Ma anche nella più recente Casa Ciomod, un’azienda che spicca per la qualità dei suoi prodotti e per le esperienze che organizza con i visitatori.

Continuando a passeggiare, si può incontrare l’antico quartiere ebraico Cartellone, dove sono presenti botteghe di artigiani, falegnami, fabbri e sarti che tramandano le antiche arti siciliane. 

Tra i vicoli tortuosi di Modica, si può ammirare l’effetto scenografico della scalinata del Duomo di San Giorgio, l’edificio più imponente di tutta la Sicilia sud orientale, arricchito da sette giardini, chiamati gli Orti di San Giorgio, dove si è catturati dall’odore intenso delle piante di gelsomino. Questi giardini furono inaccessibili per diverso tempo e restituiti al loro antico splendore dall’imprenditore Simone Sabatini, che diede il via ad un importante processo di riqualificazione. 

Dimora delle Balze

Infine, l’ultimo esempio che ben mostra la natura della Val di Noto e che citeremo qui è davvero particolare e raffinato: la Dimora delle Balze. Una costruzione del 1800, immersa completamente nel verde della macchia mediterranea, di cui abbiamo parlato precedentemente in un articolo che trovate cliccando qui.

 

Giulia Nari

 

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