La Sicilia preistorica: viaggio nell’età della pietra
Conoscere la Sicilia preistorica significa entrare in contatto con un aspetto dell’Isola del Sole poco noto a molti.
Le origini della storia della Sicilia, infatti, sono raccontate da testimonianze ben più antiche del periodo della Magna Grecia e del Barocco. Questo considerando che i segni dei primi insediamenti umani sono principalmente del neolitico e dell’età dei metalli e sono di varia natura. Per esempio, nelle grotte rupestri poco distanti da Trapani di grande fascino sono le pitture parietali preistoriche. Così come suggestiva è la necropoli rupestre di Pantalica non molto lontano da Siracusa e tra i più grandi siti preistorici in Europa.
Ma ciò che rende veramente unica la Sicilia preistorica è l’integrazione delle più belle rovine dei vari siti archeologici all’interno di percorsi destinati al trekking e al cicloturismo. Unire storia, natura e sport, infatti, è sicuramente un modo alternativo per visitare quest’isola meravigliosa.
I siti preistorici in Sicilia
Per convenzione, la preistoria in Sicilia si inquadra in un lasso di tempo che va dalle prime attestazioni umane sull’isola fino all’arrivo delle popolazioni preelleniche (Sicani, Ausoni, Elimi, Siculi e Morgeti). Però, per poter meglio comprendere le diverse testimonianze lasciate dagli uomini primitivi, è opportuno fare una precisazione.
Gli storici suddividono il periodo preistorico in tre età. Di queste, però, l’età della pietra non indica solo la fase in cui l’uomo ha imparato a costruire utensili utilizzando pietra, legno e ossa. Poiché è molto estesa nel tempo e vista la difficoltà a definire con chiarezza tutte le fasi cronologiche, con età della pietra gli studiosi intendono una fase nel processo evolutivo dell’uomo.
Quindi, in questo viaggio alla scoperta della Sicilia preistorica, vi mostreremo tutte le manifestazioni relative all’età della pietra, descrivendo i luoghi e paesaggi incontaminati dove si sono stabiliti i primi abitanti.
La preistoria nella Sicilia sud-orientale
Tracce di insediamenti umani della Sicilia preistorica sud-orientale sono rilevabili già poco lontano a nord di Siracusa, nella Piana di Targia. Qui è presente il villaggio neolitico di Stentinello databile al V millennio a. C. Il sito è caratterizzato da resti di inserzioni di pali di edifici del neolitico siciliano e sepolture a grotticella scavate nella roccia. Oggi ciò che ci resta di questa civiltà sono resti di ceramiche con decorazioni a sgraffio di forme geometriche.
Procedendo ancora verso nord, troviamo la Penisola di Magnisi presso Priolo Gargallo. Meta di appassionati di trekking, qui è presente uno dei più importanti siti della Sicilia preistorica: la necropoli di Thapsos. Rinvenuta dall’archeologo Giuseppe Voza, l’area è suddivisa in tre settori, due delle quali con tombe a grotticella. Sono state ritrovate anche sepolture a camera e di altre tipologie. Tutto l’abitato, invece, occupa l’intera area dell’istmo. Le testimonianze di questo sito archeologico sono oggi conservate presso il Museo Archeologico Regionale “P. Orsi” di Siracusa. Essi sono in prevalenza parte di corredi funebri, vasi di produzione locale, gioielli e armi, indice di quanto florida fosse questa civiltà.
Spostandosi verso l’entroterra siracusano, la Sicilia preistorica offre agli appassionati delle escursioni a piedi uno dei siti protostorici oggi Patrimonio Unesco: le necropoli rupestri di Pantalica. Il nome di origine araba significa grotte e connota la località naturalistica-archeologica in quanto è il maggior complesso rupestre della Sicilia con più di 5.000 grotte adibite a sepolture preistoriche.
Il sito sorge su un altopiano circondato da canyon e vallate scavate dal corso dei due fiumi Anapo e Calcinara. Questo ha reso la zona meta di amanti del trekking e dell’idrotrekking, praticabili con tour organizzati. Durante i diversi scavi effettuati, è emerso che l’intera area è il risultato di una stratificazione di edifici di epoche diverse. Ciò ha permesso di individuare tra l’altro alcune zone di maggiore interesse come la necropoli di San Martino. Questa è costituita sia da tombe a tholos preistoriche che da catacombe bizantine con sepolture a baldacchino e affreschi. Il punto più elevato del sito di Pantalica è la cosiddetta acropoli ed è sede dell’Anaktoron, il palazzo del principe. Questo è l’unico edificio in pietra presente ed è probabile opera di costruttori micenei. Se così fosse, questa supposizione, a detta degli studiosi, metterebbe in discussione l’intera storia antropologica della Sicilia. Le altre costruzioni evidenti sono, invece, del periodo bizantino come la Chiesa di San Micidiario e quella di San Nicolicchio.
Ancor di più nell’entroterra di Siracusa, in provincia di Noto, è presente l’ultimo sito della Sicilia preistorica sud-occidentale: il villaggio di Castelluccio. È datato intorno al 2200 a. C. ed è testimonianza delle prime forme di vita organizzata sull’isola.
Gli scavi compiuti durante gli anni ‘80 da Paolo Orsi, hanno portato alla luce tombe chiuse e resti di capanne ma anche testimonianze di epoche successive come un Heroon greco e il Castello voluto da Giovanni Landolina.
Tra le tombe della necropoli, degna di nota è la cosiddetta Tomba del Principe caratterizzata da pilastri a suddividere un’area a tutto tondo. La complessità architettonica la rende una delle massime espressioni di arte preistorica monumentale dell’età del bronzo.
I principali insediamenti preistorici della Sicilia occidentale
La Sicilia preistorica occidentale è circoscritta alla zona di Palermo e alla costa trapanese. Non molto distante dal capoluogo, infatti, si trova il complesso delle Grotte dell’Addaura. Costituito da tre cavità naturali, i ritrovamenti fatti dagli archeologi nel 1866 e nel 1952 hanno permesso di constatare che l’intera zona nel Paleolitico fosse un piccolo insediamento di cacciatori. Ma ciò che rende unico questo sito è sicuramente la presenza di graffiti paleolitici nella cosiddetta Grotta delle Incisioni. Tramite figure antropomorfe e zoomorfe, è rappresentata una specie di danza rituale, una delle più antiche del mondo occidentale secondo gli studiosi.
Spostandosi verso il trapanese, presso San Vito Lo Capo è possibile compiere passeggiate a piedi o in bicicletta tra le diverse grotte rupestri che caratterizzano la zona. Tra le attrazioni naturalistiche della Sicilia preistorica occidentale degne di nota sono sicuramente:
- la Grotta dell’Uzzu, immersa nella Riserva dello Zingaro. I diversi scavi compiuti nella zona hanno portato alla luce testimonianze che confermano la presenza dell’Homo Sapiens sull’Isola. Reperti come selci scheggiate e corredi funerari, oggi sono conservati presso il Museo di Storia Naturale di Parigi. Ma ciò che i visitatori possono ammirare sono sicuramente le affascinanti pitture e incisioni presenti sulle pareti della grotta.
- la Grotta dei Cavalli a Cala Mancina. Il suo fascino risiede nella presenza di pitture rupestri dipinte di rosso. Si distinguono in due gruppi ben evidenti, uno con segni geometrici a ellissi e circolari, l’altro con figure più realistiche e identificabili come il sole, la barca, uomini e animali.
- la Grotta Mangiapane all’interno della Riserva Naturale di Monte Cofano. Questa fa parte del complesso di nove grotte del paleolitico noto come Grotte di Scurati e prende il nome dalla famiglia che vi ha vissuto dal 1819 fino ai primi del ‘900. La bellezza del sito è tale da essere stata anche location di produzioni televisive come Il Commissario Montalbano e la serie Rai Màkari. Ma ciò che rende davvero suggestiva questa bellezza naturalistica è l’essere sede ogni anno del Presepe Vivente di Custonaci oggi inserito nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia.
I siti preistorici delle Isole minori
Alcuni tra i siti archeologici preistorici della Sicilia si trovano anche nelle isole degli arcipelaghi. Degni di nota sicuramente sono:
- l’Acropoli di Lipari. La maggiore delle Isole Eolie ospita la necropoli dell’antica Civita con reperti risalenti al neolitico e non. Gli studi degli archeologi, infatti, hanno confermato la presenza di reperti preistorici di diverse epoche come piccole capanne in pietra ricoperte di rami e abitazioni più grandi con tetti sorretti da pali.
- la Grotta del Genovese. Scoperta poco lontano dal centro abitato di Levanzo, il sito è noto per le pitture rupestri e i graffiti di epoca paleolitica. Tra queste si individuano perfettamente animali come buoi e cavalli e figure umane con copricapi.
- i Sesi di Pantelleria. A 65 km dalla Tunisia, l’isola è stata meta di migrazioni di popoli africani oltre 5000 anni fa. Stanziatisi nelle zone di Mursia e Cimillia, oggi del loro passaggio restano costruzioni megalitiche chiamate sesi. Sono 57 edifici di pietra destinati a sepolture e la più grande è chiamata Sese del Re. Secondo gli studiosi, i defunti venivano sepolti con il loro corredo funebre e murati dall’esterno.
Quelle fin qui elencati sono solo alcune delle meraviglie preistoriche presenti in Sicilia. Tante, infatti, sono le bellezze naturalistiche-archeologiche dell’isola, quindi perchè non scoprirle magari in sella a una bicicletta o a piedi con guide esperte?
di Annapasqua Logrieco
foto in apertura di: un viaggio infinite emozioni
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Anna Maria
Bellissimo e molto interessante questo articolo! Complimenti!…
MagnaSicilia
Grazie mille!
Mariantonietta Leandro
Descrizione dettagliata ed esaustiva. Complimenti.
MagnaSicilia
Grazie 😀