Selinunte: scoperta agorà più grande del mondo
Città della provincia di Trapani, Selinunte è famosa soprattutto per il suo Parco archeologico. Con la ripresa dei lavori dopo la pandemia, gli ultimi ritrovamenti potrebbero fare finalmente chiarezza sulle sue origini.
Durante l’ultima campagna di scavi archeologici condotta da Clemente Marconi dell’Istituto Archeologico Germanico, sono state fatte scoperte dai «risultati della massima importanza».
L’intervento, infatti, ha riportato alla luce i confini dell’agorà, ben 33mila metri quadrati, la più grande del mondo antico. Al centro della grande area sacra, inoltre, è emersa un’altra sezione a forma trapezoidale identificata con la tomba del fondatore della città: Pammillo di Megara Hyblea. Sull’Acropoli, invece, sono stati identificati i resti del primissimo luogo sacro dei coloni greci al seguito dell’ecista di Selinunte.
Gli archeologi hanno rinvenuto anche amuleti e oggetti molto raffinati uguali a quelli ritrovati a Delfi, in Grecia. Fra questi, ad attirare maggiormente l’attenzione degli studiosi è stato uno stampo in pietra usato da matrice per realizzare molto probabilmente uno scettro di bronzo.
La campagna di scavo
Ciò che ha davvero colpito gli archeologi delle due missioni è stata proprio l’agorà. Grande il doppio di Piazza del Popolo a Roma, questa si presenta come «una conca vuota» talmente ampia da dare «l’idea della magnificenza della città».
L’archeologo che da decenni studia il sito, afferma emozionato che la scoperta è «determinante per la conoscenza di Selinunte in età arcaica e classica». Lo scavo è stato compiuto su un territorio di 270 ettari, il più grande d’Europa e inizialmente era finalizzato a definire l’epoca di costruzione dei due templi dell’acropoli più recenti e considerati gemelli, A e O.
I lavori hanno permesso di individuare sotto le fondamenta del tempio A una faglia d’acqua che porta a ipotizzare che proprio qui ci sia stato il primo insediamento dei coloni greci. Quindi nella parte meridionale dell’Acropoli sarebbe sorta l’antica Selinus.
Scavando intorno al terzo tempio chiamato R, invece, sono state identificate le mura di un recinto rituale datate al 610 a. C., data non molto lontana da quella dell’arrivo dei Greci guidati da Pammilo, il 628 a. C. secondo lo storiografo Tucidide. All’interno del tempio è emersa una matrice in pietra di uno scettro, probabile parte mancante di un primo ritrovamento dello stesso genere avvenuto dieci anni prima. L’ipotesi degli archeologi è che l’oggetto da realizzare dovesse essere talmente prezioso da non poter essere replicato. Questo ha comportato lo smembramento della matrice e il seppellimento delle due parti in luoghi diversi.
Nel tempio R sono riemersi anche altri due oggetti molto interessanti: un amuleto a forma di falco, di probabile provenienza egizia e risalente al VII secolo a. C., e una statuetta d’avorio raffigurante una sirena in miniatura che, a detta dell’archeologo Clemente Marconi, è sicuramente d’importazione greca e risalente al VI secolo a. C., periodo di maggiore ricchezza raggiunta dalla città di Selinunte.
di Annapasqua Logrieco