“Il sistema delle piazze” a Gibellina, un’architettura per la collettività
Pensando alla Sicilia, vengono subito in mente i Templi di Agrigento, le innumerevoli bellezze barocche, le strade strette e lastricate e ovviamente il cibo delizioso. Ma l’Isola non è solo questo! La Trinacria vanta una presenza pulsante di opere di architettura contemporanea, il più delle volte nate per colmare vuoti profondi delle preesistenze.
Tutto cambiò in una notte d’inverno
Nei pressi di Trapani si trova Gibellina, piccola cittadina che dopo il terremoto del Belice del ’68 si ritrovò completamente distrutta insieme ad altri centri abitati vicini. E per diversi decenni rimase una baraccopoli.
Le scosse si iniziarono ad avvertire circa all’ora di pranzo del 14 gennaio 1968, cui ne seguirono altre nel pomeriggio che provocarono già diversi danni tra le città di Gibellina, Menfi, Partanna. Si pensava che tutto fosse finito così. Ma la notte del 15 gennaio, una scossa molto violenta, che si sentì fino all’isola di Pantelleria, diede il colpo finale e distrusse tutte le città del Belice. I danni furono davvero devastanti, con centinaia di morti e diversi feriti. Le persone avevano perso ogni cosa nel giro di pochi secondi.
Un progetto di ricostruzione
Con gli anni, si sentì la necessità di ricostruire la città rasa al suolo. Dunque, una parte è stata riprogettata e ricreata ex novo, mentre l’altra si esprime attraverso un ricordo fantasma di ciò che era la Gibellina Vecchia: il famoso Cretto di Gibellina.
Il bisogno prima di ridare vita poi identità al centro abitato spinse Ludovico Corrao, politico e avvocato, a radunare diversi artisti provenienti da tutta Europa, che parteciparono in un secondo momento abbellendo la città con le loro opere. Definito come uno dei più grandi musei a cielo aperto di arte moderna, Gibellina Nuova si riapre al mondo con un’enorme Stella d’ingresso alta 24m, come simbolo di rinascita, opera di Pietro Consagra, visibile anche da lontano.
Furono gli architetti Franco Purini e Laura Thermes a progettare per intero il nuovo volto della Gibellina Nuova. In particolare, idearono una grande struttura urbana distesa sul terreno, organizzando un sistema di piazze che posizionate in sequenza prospettica, enfatizzavano la ripetizione di elementi geometrici che di volta in volta cambiavano per creare una nuova visuale.
Il sistema di piazze
La denominazione delle 5 piazze deriva da nomi evocativi della storia italiana, come Piazza della Rivola, Piazza Fasci dei Lavoratori, Piazza Monti di Gibellina, Piazza Autonomia Siciliana, Piazza Portella della Ginestra.
Solo le prime tre sono state realizzate tra il 1987 e il 1990. Il portico venne progettato su una matrice classica che si estende lungo due delle tre piazze concatenate, escludendo quella settentrionale che è perimetrata solo da un portico più basso. La geometria di queste piazze è in ogni particolare: il passo della campata del portico che corrisponde al sistema modulare della pavimentazione realizzata in granito bicolore, simbolo dei colori mediterranei della Sicilia.
Inoltre, la semplicità della sequenza è resa complessa nei punti terminali, dove la regola si interrompe contro le direttrici delle linee stradali. Il contrasto tra luce e ombra determina composizioni volumetriche complesse.
Il colore come chiave per un mondo metafisico
Quando si entra in questo sistema, si riesce a percepire un’aura metafisica che va oltre alle forme del progetto. Il colore spicca dissonante come vera espressione dell’opera attraverso l’uso di diversi materiali, fra cui il tufo di Mazara, la pietra lavica, il travertino e la pietra rossa, che alternandosi creano un caos creativo nell’ordine geometrico.
Un teatro a cielo aperto
Gli architetti per questo progetto idearono un doppio ordine lungo i portici delle due piazze più esterne su cui si può ammirare, da una quota sopraelevata, lo spazio intero delle piazze. Inoltre, i progettisti ricrearono un matroneo con finestre rettangolari, decorato da ceramiche colorate. Un teatro a cielo aperto insomma, che dovunque lo si guardi, restituisce un frammento di arte e storia. Il porticato si interrompe con due slarghi, uno dalla geometria ottagonale, l’altro circolare.
Quando visitare Gibellina Nuova
Gibellina si presta sempre ad essere visitata ed esplorata, ma nel mese di febbraio la si trova in festa per il Ciocco Fest nel Belice, in cui si celebra il cioccolato con laboratori, spettacoli e degustazioni.
Il mese successivo, invece, c’è la Festa di San Giuseppe di Gibellina, caratterizzata dalla tradizione degli altari votivi e dal pranzo a li “virgineddi”.
A seguire, durante la primavera e l’estate, la città non si ferma mai! Continuano le manifestazioni come quella dei Ranni, lo Scirocco Wine Fest o la Festa di San Rocco Patrono con la processione del simulacro.
C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Giulia Nari
Credits foto in apertura: area-arch.it